Il valore della pizza
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16 Gennaio 2020Pizza e birra, lieviti con lieviti, carboidrati con carboidrati…Ammettiamolo, in Italia si preferisce la birra in accompagnamento alla regina della cena fuori casa. Ma qualcosa sta cambiando: il vino è una valida alternativa. In primis il distinguo da fare è sulla base della pizza: tra rossa e bianca, l’abbinamento cambia.
Scomodando il sommo Shakespeare, vi starete chiedendo se sia più nobile d’animo degustare una pils con una Marinara, o prender l’armi contro un mare di triboli e farsi sedurre dalle soavi bollicine di un Glera in abbinata all’evergreen Margherita con Bufala campana Dop.
Sulle tipologie di pizza a base rossa, data la presenza del pomodoro che di suo ha una tendenza acida, determinando in bocca una certa aggressività, questa deve essere smorzata dalla morbidezza del vino, facendo un abbinamento per contrapposizione. Per queste tipologie di pizza, soprattutto in estate, possiamo scegliere in carta un vino rosato, servito alla giusta temperatura, tra i 10 e i 12°C.
Tra le tante tipologie presenti nel nostro Paese, dal Lagrein Rosato Trentino Doc al centro Italia, dal Bolgheri Doc Rosato al Cerasuolo d’Abruzzo Doc a base Montepulciano, il rosato è una tipologia che merita un’attenzione particolare e a cui la Puglia risulta affezionata in modo speciale. Dalla Daunia al Salento, qui si produce la maggior parte del vino rosato nazionale. Via libera quindi a vini a base Nero di Troia e Montepulciano, come il Rosato Doc Orta Nova, il Rosato Doc San Severo o altri autoctoni regionali come Bombino Nero e Aglianico della Doc Castel del Monte, per arrivare più a Sud in Salento dove a farla da padrone è il Negroamaro nelle Doc Salice Salentino, Brindisi e Lizzano.
Sulle tipologie a base bianca che prevedono l’utilizzo di mozzarella fiordilatte o altri latticini freschi come stracciatella, burrata, Bufala campana Dop, bisogna invece tenere presenti le caratteristiche predominanti di questi ingredienti, ovvero la tendenza dolce, una sensazione molto delicata che deve essere ravvivata dalla freschezza gustativa del vino data dall’acidità che può essere coadiuvata dalla presenza dell’anidride carbonica e la grassezza, contrastata a sua volta dalle durezze del vino.
In questo caso l’abbinamento vino-cibo dovrà essere un abbinamento per contrapposizione, dunque… bollicine! Da nord a sud la proposta enoica nel panorama italiano è ampia: partendo dal Trentodoc con i suoi metodo Classico a base Chardonnay, si arriva alla Lombardia che del metodo Classico nel nostro Paese ha fatto la storia con la Docg Franciacorta; restando in regione non è assolutamente da sottovalutare il metodo Classico a base Pinot nero della Docg Oltrepò Pavese, con un’ampia scelta anche di bollicine rosé.
Spostandoci ad ovest, in una regione conosciuta a livello internazionale per i suoi rossi fuori categoria, in Piemonte c’è un altro “orgoglio”, la Docg Alta Langa che produce degli spumanti metodo Classico molto interessanti. Dall’estremo opposto invece, in Veneto è il Glera la base dello spumante Charmat più conosciuto al mondo: il Prosecco. Fine ed elegante al naso, fruttato e floreale, sono le note che permettono l’abbinamento quasi perfetto.
Il consiglio è dunque: non sentitevi stranieri in terra natìa a ordinare un bicchiere o una bottiglia di vino in abbinata ad una pizza!
Fonte: www.italiaatavola.net